(2014)
Viviamo un tempo in cui la soddisfazione prodotta da un pensiero che richiedeva una lentezza di sublimazione della percezione e della lettura è sostituita dalla bruciante necessità di cupida assimilazione. Il flagrante ha soppiantato il latente. La labile apparenza delle immagini crea scie luminescenti che solcano veloci il nostro inconscio e altrettanto rapidamente si spengono senza solidificarsi in pensiero stabile. Una tecnologia praticabile da tutti, sempre più rapida e mutevole ha rafforzato l’esigenza individuale di una continua riformulazione del sé. Nella storia più recente l’accesso alle forme di auto-rappresentazione ha raffigurato per i gruppi, un tempo marginali e privi di potere, occasione di visibilità e d’identità sociale. L’ostentazione continua del proprio corpo sembra concedere l’apparenza della riconoscibilità. I quindici minuti di notorietà predetti da Warhol sono adesso illusoriamente riproducibili all’infinito e compensati con il cachet del Like. La dilagante esibizione del sé ha rotto le barriere dell’intimità ampliando sempre di più la superficie del corpo esposto ad un compulsivo voyeurismo praticabile ormai in ogni luogo e con ogni mezzo. Gli algoritmi dei motori di ricerca accostano alle parole digitate il più grande mosaico visivo mai creato nella storia. I milioni di Selfie continuamente prodotti e messi in rete si mescolano con i miliardi di altre immagini presenti sulle pagine web. All’insignificanza espressiva di volti ripresi nella banalità del momento si accostano immagini attraenti, oscene, violente, futili, insulse o ributtanti, oggetto di uno sguardo pornografico che alimenta un immaginario privo di coscienza e di pensiero. SORDIDA IMAGO è un catalogo di concrezioni visive originato dalla raccolta di icone fluttuanti scovate tra le miriadi di immagini che galleggiano alla deriva nello sterminato oceano del web. Readymade virtuali riutilizzati, ricomposti e manipolati insieme a immagini autoprodotte. Ritagliate e decontestualizzate, le icons sono scelte con un automatismo psichico allucinatorio e ipnotico. Successivamente riordinate in macrosegni che tendono a riprodurre gli effetti dell’impatto visivo/psichico originato dal flusso di migliaia di immagini che passivamente vengono ogni giorno introiettate, accumulate e trasformate in sedimenti visivi stratificati nella subcoscienza.