Il museo riflesso

Il museo riflesso

(1992-2017)
Questo progetto prende forma da un lavoro iniziato nei primi anni novanta che per la massima parte è andato perduto e di cui rimangono pochi scatti. Il lavoro è stato sistematicamente ripreso nel 2013 e condotto fino ad oggi. Le immagini realizzate in decine di musei italiani e europei hanno come principale soggetto il pubblico-fruitore e il rapporto tra esso e l’opera d’arte nella sua collocazione. Uno “spazio totale” a cui anche io appartengo quando mi pongo alle spalle dello spettatore e dove mi ritrovo nel momento in cui guardo la fotografia che ripropone il mio punto di vista che può essere assunto da altri e nuovi spettatori che guardano ciò che io guardo in un infinito gioco di specchi. Il consumo veloce, talvolta frenetico, dentro il “Museo” si limita spesso alla percezione fugace della superficie dell’opera d’arte, quando essa è attrattiva o riconoscibile. Le decine di migliaia di scatti fotografici concessi o rubati, i “selfie” imitativi davanti al dipinto o alla scultura sono l’ID identificativo del nuovo “consumer” dell’arte. Un “riflesso” narcisistico che nella sua totalità trasforma di volta in volta il Museo in un nuovo modello percepito attraverso un ingannevole gioco di specchi in cui l’oggetto-opera d’arte è divenuto meno importante o meglio rimane importante se collocato in uno “spazio totale” costituito dall’oggetto stesso che incontra il soggetto dell’esperienza. Io esisto nello spazio-opera come io esisto nel riflesso allo specchio.
Le fotografie ritagliano lo spazio con un punto di vista ravvicinato nel tentativo di isolare il rapporto più intimo tra lo spettatore e l’opera. Mi piace pensare (e forse qualche volta accade veramente) che tra lo spettatore e l’opera d’arte ci sia una sorta di richiamo, una seduzione attrattiva che attivi il sistema dei neuroni specchio fino al punto che chi guarda un’opera assuma una posizione ad essa relativa, così come ho notato (sono consapevole che la casualità è prevalente) che alcuni spettatori si soffermano maggiormente su opere che hanno gli stessi colori dei vestiti che indossano: d’altra parte se a me piace il rosso indosso indumenti rossi e sono colpito da tutto ciò abbia lo stesso colore.

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