(2010-2020)
“Ho fotografato molte persone di spalle, ho voluto dare alle persone un numero infinito di identità, dalla mia, quando fotografavo a quella ultima, quella dell’osservatore. La ricerca dell’identità è sempre una strada difficile…”. Mi sono sempre ricordato di queste parole di Luigi Ghirri tutte le volte che anch’io ho fotografato delle persone di spalle. Forse dopo averle fotografate ho intravisto per un istante i loro volti, ma li ho subito dimenticati e adesso ognuna di loro ha mille identità, sempre diverse per ognuno che nelle foto le guarderà. Le persone che ho fotografato da dietro mi ignorano, ma in qualche maniera mi frenano: mi bloccano sulla soglia delle loro identità possibili. Tutte nascondono qualcosa e al tempo stesso qualcosa rivelano. Il non conoscere i loro volti mi costringe a immaginarli. Mi sforzo di vagheggiare anche i loro pensieri. A volte mi sembra di sentire dei bisbigli, ma sono troppo lontano, non posso accorciare la distanza, mi rimangono solo indizi per immaginare infinite storie.